Single
di
Lisa Massei
Stavo affogando nel sudore quando la sveglia squillò.
I minuti contati mi costrinsero ad alzarmi, a vestirmi di fretta,
ad ingurgitare una fetta di dolce allo yogurt ed un succo di
frutta all'albicocca, e poi di corsa a lavoro.
Quel giorno eseguii ordini e disposizioni senza fiatare. Le mie
pupille si lasciavano inghiottire dallo schermo mentre l'indice
cliccava a velocità vertiginose sul mouse.
Digerii la mattinata senza accorgermene. 12.30, pausa pranzo.
Mangiai un piatto di pasta in bianco e poi mi misi a rigovernare,
giocherellando con la schiuma. Ed è guardandomi le dita che ebbi
un sussulto.
Si stavano struggendo nell'acqua. Non riuscii neanche ad urlare.
Ero stupefatta dai colori che stavano colando da quelle che erano
state le mie dita fino ad un attimo prima. Creavano giochi di
luci, mostrando colori che pensavo non esistessero.
Come potevo lavorare con quelle mani? Telefonai inventandomi la
più banale delle scuse. Era venerdì e avevo tutto il fine
settimana per far ritornare le mie dita normali.
Ogni cosa che toccavo si modellava nei modi più assurdi
riempiendosi di miscele colorate, riccioli e strisce dalle
tonalità variopinte scintillavano in tutta la loro bellezza.
Il pomeriggio se ne volò via velocissimo. Ero stanca e me ne
andai a letto.
Mi svegliai nel bel mezzo della notte dopo aver sognato la mia
pancia che lievitava rapidamente. La gravidanza era uno dei miei
tabù, avevo sempre avuto paura dei bambini, di farli crescere
disprezzando una madre incapace del suo ruolo. Uno dei motivi,
per cui ero single.
Non potevo calmarmi prima di essermi vista la pancia.
Provai ad alzare la canottiera, e la vidi trasformarsi in un
abisso marino coronato di fiori, le mie braccia passarono oltre
andando a sfiorare il mio ventre che era già diventato uno
splendido cielo stellato.
Mi alzai, uscii fuori in giardino, sentivo l'erba scricchiolare
sotto ai miei piedi. Alzai lo sguardo al cielo e penso di essere
diventa una bella stella, single e strafica.